Non commettere adulterio – la Scrittura e la Tradizione
19 febbraio 2019
L’attuale ideologia di genere, legata alla promozione del cosiddetto LGBTQ, contraddice diametralmente lo Spirito e la lettera della Scrittura e della Tradizione. Lo scusare di questo peccato nel Catechismo 2358-59 e il baciare di piedi alle persone transgender da parte di Francesco porta alla propagazione di massa di perversione.
Il sesto comandamento del Decalogo è in vigore ancora oggi: “Non commettere adulterio!” L’essenza di questo comandamento è precisata dal nostro Salvatore nel Sermone di montagna. Egli mostra che il peccato non è solo un atto concreto, ma anche uno sguardo lussurioso, che porta al peccato già nel cuore (cfr. Mt 5). Gesù quindi chiede un passo radicale e dice: “Tagliala” e “cavalo”! Poi pone due volte l’accento che l’uomo, salvo che uno non sia radicale in quest’area, finirà all’inferno. Si tratta di tagliare un impuro pensiero, sentimento, uno sguardo avido a una donna d’altrui. Non si può condurre un dialogo con la passione impura perché essa l’uomo inganna e schiavizza. Un piccolo fuoco può essere estinto all’inizio, ma l’incendio difficilmente. Un uomo che si abbandona alla perversione sessuale si apre ai demoni impuri. Signor Gesù non aveva paura di discriminare qualcuno, Egli direttamente scacciava i demoni impuri.
Gesù parla anche sulla questione del divorzio e dice: “Io vi dico che chiunque ripudia sua moglie… la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.”
Quando Gesù parla di celibato, mette in evidenza che la decisione deve essere volontaria e motivata dal regno celeste (Mt 19). Su questi principi spirituali sono sorte in chiesa le comunità religiose di chi radicalmente segue Cristo sulla via di castità. Anche i preti cattolici s’impegnano al celibato.
La Bibbia mette in guardia contro la fornicazione: “Non comportatevi più come i pagani … abbandonati alla dissolutezza, commettono ogni sorta d’impurità con avidità insaziabile” (Ef 4), “… poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare.” (Ef 5). Coloro che commettono tali immoralità, non erediteranno il regno di Dio (1 Cor 6). La Sacra Scrittura mostra la punizione del fuoco su Sodoma come ammonizione contro l’omosessualità. Allo stesso tempo per essa minaccia con eterno castigo del fuoco infernale (Gd 7; 2 Pt 2.6).
La motivazione per il combattimento per il pensiero casto e la vita casta.
Perché l’uomo abbia il potere di superare il proprio egoismo e gli istinti bassi, ha bisogno dell’aiuto di Dio. Glielo trasmette la fede salvifica. Essa è collegata alla vera autocritica e al pentimento. L’uomo sotto la croce di Cristo confessa il suo peccato e chiede il perdono. Qui ottiene la forza per combattere il deposito della menzogna e del male dentro di noi, il cosiddetto peccato originale. Gesù disse: “Chi osserva i Miei comandamenti, questi Mi ama.” (Gv 14). L’uomo vive secondo loro in maniera giusta e moralmente ed è protetto dalla schiavitù di basse passioni. Ha la vera libertà – in Cristo e attraverso Cristo.
Il Concilio Vaticano II ha trasferito la penitenza dei peccati e la croce di Cristo al binario secondario! Al centro ha posto l’egoismo di uomo con i suoi diritti e un notorio rifiuto della verità e del vero pentimento. Oggi stiamo già raccogliendo i frutti dello spirito di Vaticano II. Il capo della Chiesa non chiama la verità la verità; in Amoris Laetitia rifiuta le leggi di Dio e fa ogni sforzo per la legalizzazione ecclesiastica dell’omosessualità. Questa è la via verso l’autodistruzione della Chiesa e dei popoli, la via della perdizione!
Conclusione:
L’atteggiamento di un cristiano deve essere identico all’atteggiamento della Sacra Scrittura. Non una falsa tolleranza, ma un radicale rifiuto del peccato! Si tratta di vita eterna! Rifiutare il pentimento dell’omosessualità significa la perdizione eterna!
+ Elia
Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino
+ Metodio, OSBMr + Timoteo, OSBMr
Vescovi segretari del Patriarcato Cattolico Bizantino